Nozze di Figaro con un cast di giovani voci: ennesimo successo per il Teatro Verdi di Pisa

Ancora una volta, con un meritatissimo “tutto esaurito” il Teatro Verdi di Pisa ha trovato conferma che il paziente e lungo lavoro di fidelizzazione del suo pubblico sta trovando una proficua conferma.

Merito della qualità delle proposte in cartellone e della capacità di fondere quelle che sono le opere più conosciute, e quindi più facilmente appetibili per un pubblico anche meno esperto, con opere meno note o addirittura in prima assoluta. Merito anche di essere “coerenti” con una scelta di campo che privilegia il pubblico garantendo una affidabilità che, compatibilmente con budget sempre più ridotti a causa dei tagli per lo spettacolo, si traduce in produzioni caratterizzate da un apprezzabile livello musicale e da una originalità (si è originali anche nella tradizione) degli allestimenti.

Semmai ce ne fosse bisogno, la prova offerta dal Teatro di Pisa con queste Le Nozze di Figaro che ha visto impegnati i giovani cantanti provenienti dalle passate edizioni del Progetto LTL Opera Studio, ha fugato ogni dubbio: si possono fare buoni spettacoli senza svenarsi con costi sproporzionati alle possibilità attuali dei teatri e senza necessariamente ricorrere (e rincorrere) alle superstar internazionali.

Queste Nozze di Figaro si sono presentate davvero con tutte le credenziali per essere uno spettacolo da veicolare non solo in Toscana ma in molti dei blasonati teatri del nostro Paese che piangono miseria o accumulano debiti ma “snobbano” quelle che sono le produzioni non “griffate”.

Un ottimo equilibrio di tutti i piani ha consentito di dar vita ad uno spettacolo gradevole sia scenicamente che vocalmente, catturando l’attenzione del pubblico per tutti e quattro gli atti  che ha restituito con calorosi applausi, anche in scena, il suo gradimento.

 

Primo frutto della collaborazione fra Mozart e Lorenzo Da Ponte, e ispirata a Le Mariage di Figaro, ou la folle journée di Beaumarchais, Le Nozze di Figaro ebbe una genesi irta di difficoltà, vuoi per i problemi di censura che la commedia di Beaumarchais si portava dietro per i suoi risvolti rivoluzionari, vuoi per gli ostacoli frapposti in particolare dal direttore dei Teatri imperiali, il conte Orsini-Rosenberg. Mozart però riuscì a convincere l’Imperatore, anche grazie all’aver attutito nel testo i risvolti beaumarchaisiani di critica sociale e l’opera debuttò al Burgtheater di Vienna il 1° maggio 1786, con un successo che perdura a tutt’oggi.

La trama è nota ed è tutta imperniata su un gioco dei sentimenti dove tutto si confonde – amore, sesso, gelosia, ira, riscatto di classe, orgoglio aristocratico, malinconia, leggerezza – mostrando, nel carosello dei personaggi, un panorama di emozioni, mai sottoposto a giudizio morale.

La vicenda si svolge in un intreccio serrato in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, piena sia di eventi drammatici che comici e nella quale alla fine i “servi” si dimostrano più signori e intelligenti dei loro padroni. L’opera è per Mozart un pretesto per prendersi gioco delle classi sociali dell’epoca che da lì a poco saranno travolte dai fatti con la Rivoluzione francese. L’intera vicenda può anche essere letta come una metafora delle diverse fasi dell’amore: Cherubino e Barbarina rappresentano l’amore acerbo, Susanna e Figaro l’amore che sboccia, il Conte e la Contessa l’amore logorato e senza più alcuna passione, Marcellina e don Bartolo l’amore maturo.

Interessanti e piacevoli le ricche scene dipinte e i costumi di Latina Opera Lirica srl. che hanno restituito all’opera quel sapore “antico” che nulla ha tolto alla modernità dei contenuti e alla freschezza dell’interpretazione. E’ infatti grazie alla regia del trentenne  Lev Pugliese, con un diploma di Maturità artistica alla Greenside Highschool di Johannesburg ed una laurea in Psicologia, che ha alle spalle una lunga e importante esperienza professionale nei teatri nazionali ed internazionali, che i giovani cantanti hanno saputo “recitare” in modo più che convincente questa storia dall’intreccio complesso e dai messaggi fortemente attuali, rendendo lo svolgimento dell’opera davvero un tutt’uno tra voce e azione senza scivolare in eccessi da avanspettacolo né “implodendo” in una drammaticità enfatica.

Positiva anche la prova dell’altrettanto giovane direttore d’orchestra, il trentenne pisano Francesco Pasqualetti: diplomato in pianoforte al conservatorio di Lucca, ha studiato composizione e
direzione d’orchestra a Firenze con Damiano D’Ambrosio e Piero Bellugi ed è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Pisa. Attualmente sta perfezionando la sua formazione presso la Royal Academy of Music di Londra sotto la guida di Sir Colin Davis, Colin Metters e George Hurst. La Royal Academy lo ha selezionato come destinatario della Gordon Foundation Scholarship.
Un pedigree di tutto rispetto al quale dovrebbero essere aggiunte tutte le esperienze già maturate sui palcoscenici nazionali ed europei che concorrono a conferirgli quella autorevolezza necessaria di fronte ad una partitura che, proprio per essere stranota e famosa, rischia di essere talvolta letta con una eccessiva disinvoltura privandola di quel fascino che, fin dal suo debutto al Burgtheater di Vienna, il 1º maggio 1786, le ha regalato un successo strepitoso, al punto che l’imperatore Giuseppe II dovette emanare un decreto per limitare le richieste di bis, in modo che le repliche non durassero troppo.

La sua direzione ha valorizzato moltissimo la prestazione dell’Orchestra Arché, giovane compagine composta dai migliori giovani musicisti toscani coadiuvati da professori d’orchestra provenienti dalle più prestigiose Orchestre nazionali. L’Orchestra ha debuttato lo scorso anno proprio a Pisa con il dittico Mozart e Salieri/Zanetto e ha già dato prova delle proprie potenzialità anche nel recente Nabucco.

Dicevamo come una caratteristica di questa produzione sia stata l’utilizzo delle voci dei giovani allievi che hanno partecipato al progetto “LTL Opera Studio”. Ma di cosa si tratta?

Il progetto L.T.L. OperaStudio (all’inizio denominato CLOS CittàLirica Opera Studio) rappresenta

dal 2001 uno dei cardini del progetto di attività lirica regionale della Regione Toscana: costituisce infatti per i teatri di Pisa, Lucca e Livorno l’iniziativa di riferimento e di sviluppo di tutte le proprie attività destinate al perfezionamento e all’alta formazione dei giovani cantanti e delle altre professioni legate al teatro musicale. L.T.L. OperaStudio è rivolto essenzialmente a giovani artisti lirici e si propone di agevolare, in una situazione intensiva e protetta, il passaggio dall’esperienza formativa a quella professionale. Fondamentale è considerata l’individuazione di docenti di altissima professionalità e prestigio che siano anche artisti di grande personalità in quanto responsabili degli spettacoli.

L.T.L. OperaStudio è un progetto didattico organizzato sul sistema della multidocenza, costruito intorno a docenti di riferimento che sono anche i responsabili artistici principali degli spettacoli (direttore d’orchestra, regista), attraverso il quale si tende ad abbracciare tutte le sfere espressive (vocali, gestuali, mimiche, corporee) proprie all’arte del canto attoriale. Il lavoro didattico è strutturato in settimane intensive di lezione che sfociano nel periodo produttivo vero e proprio.

Tra le produzioni ricordiamo:

“IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE” di N. ROTA (10 rappresentazioni, effettuate fra la fine del 2001 e l’inizio del 2002, nei teatri di Livorno, Lucca, Pisa, Mantova e Ravenna) direttore Piero Bellugi; regista Attilio Corsini

“LA BELLE HELENE” di J. OFFENBACH (6 rappresentazioni, effettuate fra il gennaio e il febbraio del 2003 nei teatri di Pisa, Lucca e Livorno) direttore Nicoletta Conti; regista Attilio Corsini

“ACIS AND GALATEA” di HAENDEL-MOZART (8 rappresentazioni, effettuate fra il dicembre 2004 e il febbraio 2005 nei teatri di Pisa, Livorno, Chieti e

Lucca) direttore Jonathan Webb; regista Stefano Vizioli

“I QUATRO RUSTEGHI” di E. WOLF-FERRARI (7 rappresentazioni, effettuate fra il gennaio e il febbraio 2006 nei teatri di Lucca, Livorno, Ravenna e Pisa) direttore Aldo Sigillo; regista Gino Zampieri

“PARIDE ED ELENA” di C.W.GLUCK (11 rappresentazioni, effettuate nel 2008 nei teatri di Pisa, Livorno, Lucca e Liegi) direttore Filippo Maria Bressan; regista Andrea Cigni

“LE CONVENIENZE E INCONVENIENZE TEATRALI” di G. DONIZETTI (8 rappresentazioni, effettuate nel periodo febbraio-marzo 2011 nei teatri di Pisa, Lucca, Livorno; rappresentazioni da definire nell’autunno 2011 a Poznan) direttore Federico Maria Sardelli; regista Saverio Marconi

Apprezzatissime le voci di questi giovani cantanti a partire dal Conte e la Contessa d’Almaviva: preciso e autorevole il baritono lettone Valdis Jansons  quanto intensa ed ironica il soprano Rita Matos Alves; mattatori con una performance più che convincente sotto ogni profilo, il soprano Claudia Sasso, Susanna, e il baritono partenopeo Italo Proferisce, Figaro che hanno saputo coniugare una vocalità assolutamente pregevole con una interpretazione altrettanto pregevole.

Applausi più che meritati anche per il mezzosoprano Elisa Barbero  e il baritono Giovanni Di Mare,  rispettivamente Marcellina e Don Bartolo; il mezzosoprano Emanuela Grassi, il paggio Cherubino, il tenore Enrico Bindocci che ha intepretato sia Don Basilio che Don Curzio; il soprano Claudia Muntean, Barbarina, e il basso Emanuele Cordaro, il giardiniere Antonio.

 

Ma a vincere e a convincere è stato davvero l’effetto d’assieme, qualcosa che rende “magico” un allestimento e che non sempre si ha il piacere di ammirare anche in allestimenti di altro livello. E’ ciò che manca, ahimè, in molte produzioni caratterizzate da un’approssimazione e da un pressapochismo che talvolta sfiora l’offesa per il pubblico; un modus operandi che meriterebbe una seria riflessione sull’effetto diseducativo che questo comporta nel pubblico e in una sua conseguente “disaffezione” nei confronti dello spettacolo dal vivo, considerando anche gli alti costi che spesso chiede.

 

Stefano Mecenate

Comments are closed.