L’artigianato musicale degli Hell Boulevard

Due gli  Italiani del gruppo, MattƏo  e Von Marengo, che per amore e musica, si sono spostati all’estero (Svizzera e Germania) per vivere il proprio sogno di artigianato musicale e non solo.

Li abbiamo incontrati in occasione dell’ultimo concerto a Saarbrücken.

 

Una vita in tour, quasi, come supporter e come headliner. Vi è successo, finora, qualcosa che non è andato come doveva andare?

MattƏo: Quello con Mono Inc è stato, finora, il tour più lungo che abbiamo fatto. Eravamo un po’ timorosi sulla nostra resistenza fisica, ma siamo contenti di constatare che la saggezza della nostra aiuta ci aiuta a mantenere il fisico. Ogni tanto, ai concerti, capita quella persona che ha bevuto quel po’ in più, ma  con un po’ di savoir-faire si gestisce anche quella.

VonMarengo: Si potrebbe dire che le cose sulle autostrade tedesche sono tragiche. A meno di una mezz’ora dall’arrivo, non è proprio piacevole trovarsi in una coda di un’ora e mezza. Per non parlare poi delle nuove auto che hanno bisogno di un liquido particolare (di cui non conosco l’uso esatto) ma che impedisce all’auto di partire o di superare i 20 km/h… un incubo in autostrada.

 

Hell Boulevard: Come vi siete conosciuti?

MattƏo: Con VonMarengo ci conosciamo da 20 anni, perché proveniamo entrambi da Cuneo. Quando si sono trasferito in Svizzera, facevo parte di una band il cui chitarrista, un giorno, decise di prendere altre strade. Così ho riflettuto un po’ su chi potesse essere preso in considerazione, visto che non volevo né un session-man né un musicista, ma un amico.  Mi è venuto in mente Von Marengo, così l’ho contattato via Facebook, mandandogli le date e chiedendogli se avesse voglia di fare musica con noi. Non ci speravo molto, dato che lui, pur facendo anche musica, aveva un *lavoro normale*. Mi chiese una settimana per pensarci e poi mi disse di sì. E così, da 7 anni suoniamo insieme.

Gli altri ragazzi si sono aggiunti strada facendo. Il batterista che è stato con noi nell’ultimo tour, jan Hengman (batterista meraviglioso) è una sostituto per Avinash il quale, per motivi di lavoro, non ha potuto garantire la presenza costante per tutto il tour. In effetti, dobbiamo ammetterlo che pe runa piccola band, come la nostra, per cui la musica non è il lavoro principale, 21 concerti sono veramente tanti. Raul si è aggiunto alla band l’anno scorso (anche se conoscevamo da prima, perché avevamo suonato insieme in altri gruppi) dopo che il nostro batterista Dee ha avuto la possibilità di suonare con U.D.O.

VonMarengo: Ho chiesto a MattƏo di poterci pensare su un po’ di tempo, perché mi muovevo in un ambito rock-grunge e non avevo mai preso contatti con questo genere di musica. Truccarmi, per me, era una cosa fuori dal mondo. Così è nata una piccola diatriba interiore se accettare o meno l’offerta. Ho pensato che provare i pezzi mi potesse aiutare a capire se questo stile musicale potesse essere fatto per me. Ho provato i pezzi e ho visto che me la cavavo. Così, alla fine, dopo aver visto anche video dei concerti della band e della band che dovevamo supportare, ed apprendere che ci sarebbe stato un nightliner, ho deciso che era, comunque, un’esperienza da provare. Ho chiesto ferie e sono partito, con la voglia di spaccare il mondo. Alla fine ho mollato tutto in Italia e mi sono trasferito in Germania, perché ho vito che qui le cose vengono prese molto più sul serio per quanto riguarda la musica. Non importa la grandezza del locale: piccolo o grande che sia, hai comunque il tuo backstage, la tua privacy e, soprattutto, il tuo momento di gloria, piccolo o grande che sia. In Italia invece no, anzi, quasi calci in faccia. Una ragione in più che mi ha spinto a mollare tutto e trasferirmi.

 

Entrambi avete lasciato l’Italia e vi siete trasferiti all’estero. Vi manca l’Italia?

VonMarengo: Io mi sono trasferito ad Amburgo ed ho iniziato a lavorare in una fattoria, poi come giardiniere ed infine come Hausmeister- Poi mi sono lanciato ancora di più nella musica e ho visto che le cose funzionavano. Se uno ha voglia di fare e ci sa fare e crede in sé, non sarà un perdente. Crederci e non mollare mai.

L’Italia mi manca decisamente. MI manca la compagnia, il calore italiano, sia del tempo che delle persone. MI manca la famiglia e mi mancano i miei hobby

MattƏo: La Svizzera è abbastanza diversa dall’Italia, sebbene sia molto simile come ambienti. Me ne sono andato per il motivo più banale del mondo, per amore. La Svizzera è un posto particolare in cui vivere, un po’ complicato per tanto motivi. Ma, fortunatamente ho un lavoro per cui va bene.

 

Da poco avete pubblicato il vostro ultimo CD. Come nasce, per voi, un disco? Che lavoro c’è dietro? Come vi dividete i ruoli?

MattƏo: Noi eravamo molto contenti del nostro primo disco, il che ci aveva messo un po’ di insicurezza sul secondo. Invece poi quando si parla ci progetti artistici, anzi, come preferisco definire i progetti io, quando si tratta di musica, di artigianato ti ci metti a lavorare su, tanto, finché non ne sei contento. É. Nella struttura, una continuazione naturale di quello che è stato il primo disco, cercando di aumentare alcuni aspetti: più rock, più orchestra, più musica elettronica, più divertimento quando si parla di divertimento e più romanticismo quando si parla di romanticismo. Noi ne siamo soddisfatti, ci sembra venuto bene

Io mi occupo di gran parte della scrittura musicale e dei testi (quest’ultimi assieme alla mia compagna), perché sono un po’ control freak. Appena scrivo qualcosa le mando a VonMarengo, per sapere cosa ne pensa, come e se li modificherebbe. Bisogna anche dire che VonMarengo canta molto meglio di me, per cui è compito suo occuparsi di tutte quelle parti vocali che io non mi immagino nemmeno di fare. Io sono il classico cantante gotico, con la voce molto bassa, mentre la sua estensione vocale è incredibile.

Il disco lo abbiamo in parte registrato a casa mia e in parte a casa di VonMarengo, mentre il missaggio è avvenuto, con grande nostra soddisfazione, negli studi di Amburgo da Chris Harms e Benjamin Lorenz.

 

Stesso processo per i video?

MattƏo: Un video è un adattamento di diverse situazioni come tempi, budget, logistica.  In genere, quando scrivo le canzoni, ho anche già in mente l’idea per il video. Per l’ultimo video, a causa dei problemi logistici, non c’è stata la band nel video, bensì artisti che conosco e che fanno diverse performances in Svizzera.

 

 Ci potete parlare del brano che chiude l’album?

MattƏo: Rest well, il brano conclusivo e la canzone più personale del disco. È dedicata a una persona che non c’è più, a cui avevamo dedicato delle canzoni anche sugli altri dischi, come anche il video di “Love Me” perché era una persona molto cara a tutti noi- è quasi il percorso naturale del rapporto che si ha con la mancanza di qualcuno. Nei brani presenti nei dischi vecchi, era ancora molto presente il sentimento di perdita, mentre, con il tempo, sopravviene quella sorta di calma e di accettazione. A noi piace inserire delle ballate struggenti e, per il tour di febbraio, stiamo pensando di farne una persona acustica.

 

 A Febbraio 2019  arriva il tour da headliner. Come vi sentite?

VonMarengo: Io sono contento perché, così, possiamo avere tutto sotto controllo e decidere meglio come organizzare le cose ed avere più tempo sul palco per poter suonare.

La nostra support band, Johnny Deathshow è semplicemente un gruppo fantastico che ci accompagnerà per le 6 date.

MattƏo: In max. 40 minuti, da supporter, è difficile trasmettere al pubblico tutte le facce del gruppo. A volte, come ci è già successo, devi *adattare* i brani al gusto musicale del pubblico che viene a vedere, principalmente, l’artista principale. Per scaldare il pubblico, allora, a volte si presenta solo *una faccia*.

 

Avete tempo libero?

VonMarengo: Ora ne ho parecchio, perché ho smesso di lavorare e ho deciso di produrre gadget e simili. Il tempo libero lo occupo, principalmente, suonando, scrivendo, leggendo e cucinando. E penso tanto.

MattƏo: Non so cosa sia il tempo libero perché ho un lavoro che mi occupa 23 ore al giorno. Nel mio tipo di lavoro bisogna saper cogliere le occasioni e, fortunatamente, al momento ce ne sono parecchie. Recentemente ho fatto una vacanza a New York, di 10 giorni, dopo  5 anni senza un giorno di ferie. Devo dire che è stato, davvero, rigenerante.

Gallerie Foto 1 , 2

Elisa Cutullè

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