Così fan tutte o fan tutti?

Carmen Seibel (Dorabella), Valda Wilson (Fiordiligi)-Foto (C) M. Kaufhold

 

Il sottotitolo dell’opera i Mozart, così fan tutte, parla per sé “la scuola degli amanti”. Difficile non intuire quale sarà il tema principale di questo dramma giocoso composto nell’autunno inverno del 1759 e esso in scena al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790.

Seppure non ci siamo arie particolari, l’opera mantiene il suo fascino e il successo nel corso dei secoli. Probailmente dovuto al gioco di simmetrie che vengono messe continuamente in discussione.  Don Alfonso (Stefan Röttig) è infatti quel cinico, che mette in discussione la fedeltà delle donne in generale. Anzi, secondo lui, l’infedeltà è una peculiarità femminile. Don Alfonso è talmente sicuro di sé che sfida i due ufficiali dell’estrcito, Ferrando (Sungmin Song) e Guglielmo (Salomòn Zulic del canto) a mettere alla prova le relative fidanzate Dorabella (Carmen Seibel) e Fiordiligi (Valda Wilson.

I due accettano e fingono di partire in guerra, mentre ritornano in gioco travestiti da stranieri. Nell’opera originale si trattava di albanesi, mentre nella messa in scena di Jean Renshaw,  il costumista Chrstof Cremer li presenta al pubblico come due scozzesi, non solo facendoli indossare un kilt, ma arricchendo il tutto anche con una folta capigliatura/barba rossa. Un tocco esotico allo standard *borghese* del resto dei personaggi. Abiti moderni, ma atemporali allo stesso tempo. Cremer sembra, invero adorare il gioco dei contrasti che no urtano ma si integrano: la scenografia è bianca, semplice ma non semplicista, arricchita con rosoni e gambi che, grazie alle luci di André Fischer, riescono a conferire diversi stati di animo e momenti. Anche nei piccoli dettagli, come l’aspirapolvere con cui Despina (Herdis Anna Jònasdottir) sembra perennemente occupata nelle pulizie, quando non è impegnata a impicciarsi nel fatti degli altri o a far combutta con Don Alfonso. E che dire poi del defibrillatore (due ferri d stiro) con cui si cerca di rianimare lo svenuto?

In realtà, sia Despina che Don Alfonso, sono quelli che non disdegnano uno stile di vita più libertino e sembrano quasi accanirsi a voler trasferire questo tratto del proprio carattere ad altri, rendono un caso assodato applicabile a *larga banda*. Ma in questo gioco continuo di simmetrie, di stravolgimenti (quando  le due sorelle cedono alle avance degli stranieri, ma alla fine vengono perdonate e tutto torna a posto), non è possibile tracciare una chiara line di confine. E in questo spettacolo c’è un’altra linea di confine che è difficile: quella temporale. Infatti presente e futuro, tradizione e innovazione, kitsch e serietà si alternano, si sostituiscono e si fondono in continuazione, che si tratti dei palloncini a forma di cuore che vengono fatti volare via a celebrazione dell’amore, o della giraffa curiosona che si affaccia, dal lato, a guardare divertita il gioco di confusioni.

Ma, onestamente, chi è stato davvero infedele?  I due ufficiali, le due sorelle, Don Alfonso o Despina? Un po’ tutti, no?

 

Prossimi spettacoli:

8,13,16 & 19 Giugno 2018.

Info e biglietti: www.staatstheater.saarland

 

Elisa Cutullè

Comments are closed.