PMJ- Una musica d’altri tempi?

PMJ_publicity_2_by_Braverijah_GreggPhotocredit:Braverijah Gregg

 

In che anno ci troviamo? In un luogo senza tempo, con un jukebox che suona canzoni familiari per il testo, ma con melodie eterne, old style.  Non era mica la canzone di Miley Cyrus o la canzone dei Radiohead? Gli arrangiamenti, però, ricordano gli anni 50, così anche come lo stile d’abbigliamento delle persone che ballano in pista.

Pura fantasia? No, realtà quando ci si trova ad un concerto dei PostModern Jukebox (PMJ), il progetto creato  a New York da Scott Bradlee, pianista e arrangiatore, nel non tanto lontano 2009.

 

Abbiamo incontrato Scott per parlare di questa passione musicale old style.

 

Cosa ha di speciale PostModern Jukebox?

La nostra peculiarità sta nell’essere in grado di dare ad un brano una nuova veste musicale, senza fargli, però, perdere l’essenza. Pur cambiando ritmi e/o arrangiamento, l’anima della canzone deve rimanere la stessa.

 

Il panorama musicale a cui attingere è infinito: come procedi quando scegli un brano a cui cambiar veste?

Lo stile che mi piace di più è quello, e si sente, della musica Golden Age, cioè di quella musica che esisteva, originariamente solo in forma di vinile. Lo stile degli anni 20, dello Swing… è per questo che, spesso e volentieri, cerco dei corrispettivi nei brani moderni. A volte, in brani moderni e contemporanei, puoi sentire la parte di un sassofono che richiama uno stile vintage. Se percepisco una cosa del genere, per esempio, incomincio a lavoraci sopra e ad immaginare il brano composto nella sua totalità nel passato.

 

Sei sempre tu a scegliere un brano da rivisitare o ricevi anche proposte da artisti che fanno già parte del progetto o vorrebbero farne parte?

Succede sia l’uno che l’altro. Se qualche artista ci presenta un’idea che riteniamo valida lavoriamo subito al brano assieme a lui o a lei. Quando invece sono io ad avere in mente un brano su cui lavorare, penso anche a quale artista sarebbe più atto ad interpretarlo. Se fa già parte del progetto ok, se invece ancora no, allora prendo i contatti e sottopongo la proposta.

 

Secondo te ci sono artisti, le cui canzoni si prestano maggiormente a questo tipo di esperimento musicale?

In realtà penso che sia vero proprio il contrario. Cercare, per esempio, di conferire uno stile retro alle canzoni di Bruno Mars, per esempio, sarebbe lavoro sprecato, perché il suo stile è già di per sé molto retro. Un lavoro di trasformazione, in questo caso, sarebbe un’impresa estremamente difficile e complicata, che non porterebbe alcuna ventata di novità.  Cerco sempre brani che mi permettano di lavorare sui contrasti e di scoprire nuove dimensioni musicali.

 

Come reagiscono gli artisti alle vostre versioni rivisitate dei loro brani?

Finora il feedback degli artisti è stato sempre molto positivo: Beyoncè, Adam Levin (Maroon 5) e Celin Dion, per esempio, ci ha fatto pervenire reazioni molto positive. Ciò, ovviamente, ci fa piacere e ci dimostra che il nostro progetto è valido ed apprezzato.

 

Avete oltre 450 milioni di views dei vostri video su YouTube. Hai iniziato a girare i video nel salotto di casa tua…

… e continuo a girarli ancora nella stessa stanza dal 2009. È uno di quegli aspetti che voglio mantenere, ha un che di intimo.

 

E come si passa dall’intimità del salotto di casa ad un tour, ora mondiale?

Tutti noi abbiamo iniziato come artisti che si esibivano live. E anche quando abbiamo iniziato a postare i video in rete, erano sempre video registrati live, non ritoccati o modificati.  La nostra meta, infatti, era quella di utilizzare la rete come presentazione del nostro progetto ed aprirci le porte per delle performance dal vivo, per poter, nuovamente sentire la presenza del pubblico live. L’emozione che sa darti un’esibizione dal vivo è unica e non paragonabile a nient’altro. Siamo estremamente felici di essere stati in grado di fare un tour nei quattro continenti e di trovarci, quest’anno, per la quarta volta in Europa.

 

Dove vi siete esibiti la prima volta live con PMJ?

La primissima volta è stata a Toronto nel 2014. Ero nervosissimo perché non avevo idea di quante persone ci sarebbero state e temevo che non ci sarebbe stato abbastanza pubblico. Inoltre non conoscevo nessuno a Toronto, per cui non potevo nemmeno sfruttare i miei contatti personali. Quando poi siamo arrivati non solo il concerto era tutto esaurito, ma anche tutte i presenti erano vestiti negli stili anni 20-40… fan sfegatati che sapevano tanto di noi. Un’esperienza indimenticabile.

 

E il primo tour in Europa?

In effetti il tour in Europa è stato il primo all’estero dopo il nostro tour in Canada/Stati Uniti. Abbiamo notato subito quanto il pubblico apprezzasse quello che facevamo musicalmente, divertendosi e dando il massimo il ogni concerto. Sembrava quasi di essere a una festa ogni sera. Ci siamo sempre sentiti benvenuti e a casa.

 

Elisa Cutullè

 

 

Prossime date:

17 marzo              Tempodrom- Berlino (D)

19 marzo              Wiener Stadthalle-Vienna (A)

22 marzo              Mehr Theater- Amburgo (D)

24 marzo              Haus Auensee- Lipisia (D)

31 marzo              Rockhal- Esch-sur-Alzette (L)

1 aprile                 Muffathalle- Monaco di Baviera (D)

2 aprile                 Liederhalle- Stoccarda (D)

5 aprile                 Jahrhunderthalle- Francoforte sul Meno (D)

7 aprile                 E-Werk- Colonia (D)

8 aprile                 Congresshaus- Zurigo (CH)

10 aprile               Meistersingerhalle- Norimberga (D)

 

Info e biglietti su: http://postmodernjukebox.com/events/

 

 

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