Bal Moderne- Il pubblico va in scena

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(c) Oliver Dietze

Già in tarda primavera la compagnia di ballo dello Staatstheater di Saarbrücken aveva organizzato dei workshop che permettevano agli interessati di scoprire qualcosa in più su alcuni balletti (Anastasia e Shadows) e di  lavorare sulla ritmica e sul movimento del corpo.

Bal moderne non è la stessa cosa: in questo caso il pubblico interessato può entrare in scena con i ballerini ed eseguire una breve coreografia. Si tratta, in genere, di una coreografia di danza moderna, seppur semplificata e breve, da poter essere appresa in un’ora circa di prove.

In Belgio, e nello specifico a Bruxelles, questa forma di interpretazione del ballo contemporaneo è molto apprezzata: ormai è divenuto un ritrovo abituale in diversi centri di cultura ma anche in piazza. I partecipanti non vogliono imparare a diventare ballerini in poco tempo, ma divertirsi ballando su coreografie create ad hoc da coreografi famosi come Anne Teresa de Keersmaker o Wim Vandekebus.

Stijn Celis ha deciso di portare in scena il pubblico utilizzando la sua coreografia “Your Passion is pure Joy to me” con la canzone „Love Letter“.

Sulle prime il pubblico è un po’ timoroso, si sentono ipotesi sulle conoscenze tecniche necessarie e sorgono i primi dubbi. Non appena il pubblico prende posto Klaus Kieser, il manager della compagnia e Stijn Celis, presentano al pubblico la serata spiegando come si svolgerà il tutto: prima i ballerini presenteranno il pezzo e poi, a gruppi si studierà la coreografia.

Quando la ventina di ballerini entrano in scena sulle prime note della musica, qualcuno del pubblico già accusa i primi sintomi di paura: quello che viene presentato in scena, seppure non complicato, è pur sempre una sequenza che richiede una certa agilità fisica e una buona fluidità dei movimenti.

Ma i ballerini  non sono i protagonisti e invitano il pubblico a unirsi a loro. In effetti solo poche persone e la stampa rimangono seduti. Gli altri, principalmente donne (di uomini ce ne sono meno di una decina) per un’età dai 6 ai 70 anni, prendono coraggio e si recano in scena sul palco della Alte Feuerwache. Liliana Barros, nota al pubblico perché già membro della compagnia dal 2006 (con una breve pausa in Canada, e detentrice del premio dello Sponsorclub 2011 per la sua interpretazione nel balletto »Le Sacre du printemps« di Marguerite Donlon) si occupa del riscaldamento del nutrito gruppo: viene chiesto ai partecipanti di camminare sul palcoscenico in diverse direzioni e a diverse velocità sia in avanti che indietro,  in modo da far sentire il movimento che pervade il corpo e che rimane negli arti anche dopo essersi fermati. Si passa poi alla fluidità dei movimenti: cerchi disegnati con ogni parte del corpo partendo dal tallone del piede e terminando con la punta del naso.

I 15 minuti del riscaldamenti passano al volo e altre due ballerine prendono la direzione: Youn Hui Jeon (membro storico dal 2003) e Sarah Philomena Schmidt (membro dal 2011) guidano il pubblico attraverso le sequenze della coreografia, componendola a piccoli spezzoni. Gli altri ballerini si mischiano tra il pubblico, dispensando consigli e correggendo posizioni o posture. Ma tutto in maniera molto rilassata, tanto da mettere tutti a proprio agio. Non è necessario ripetere i movimenti in maniera perfetta, bensì per come si riesce a divertendosi, provando piacere in quello che si fa. La coreografia prevede passi a diverse velocità, movimenti fluidi e forza interpretativa. Le due incaricate, decidono prima di dividere il gruppo in due e poi in 4. In questo modo tutti hanno modo di poter vivere il palco a 360° e di potersi esibire nella coreografia. Certo, non tutto è perfetto, qualche movimento è asincrono, ma lo spirito che si respira arriva al pubblico seduto: applausi e apprezzamenti non mancano.

Chi lascia lo spettacolo se ne va con un sorriso sul viso a chiara dimostrazione che l’arte, non è di pochi eletti, bensì di tutti e che, ognuno, quando ne ha la possibilità,  accetta più che volentieri di accogliere l’arte nella propria vita, che si tratti di pittura, di canto o, come in questo caso, di ballo.

 

 

Elisa Cutullè

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